SU LA MANOVELLA DI APRILE SI PARLA DI… UN CLASSICO SENZA TEMPO: LA LANCIA FULVIA COUPÈ CHE COMPIE 60 ANNI!

Un grande classico in copertina! Leggenda narra che, tra i corridoi della Lancia all’inizio degli anni ’60, ci sia un po’ di agitazione, creata non tanto dalla necessità di mantenere alto il blasone proponendo modelli dalla classe, dall’eleganza e dalle qualità eccezionali, bensì perché le mogli dei dirigenti e quelle dei clienti più affezionati, chiedono a gran voce una vettura ad esse dedicata, ché la Flavia coupé è diventata troppo impegnativa, per non parlare delle grosse Flaminia. Ci vuole qualcosa di più compatto, dinamico, dall’aspetto “elegantemente sportivo” e da produrre in grande serie.

Gli uomini Lancia torneranno a dormire sonni più tranquilli con lo sviluppo della Fulvia, la nuova berlina per l’agguerrito segmento delle 1100/1300, quando si decide che questa avrà una sua emanazione più mondana e dedicata al divertissement, più leggera, più piccola, più brillante e ricercata della normale quattro porte.

La linea della Coupé si discosta da quella della berlina per modernità e dinamismo, una commistione perfettamente riuscita alla matita di Piero Castagnero di due mondi a prima vista opposti: le corse e l’universo femminile. L’auto, infatti, oltre che risultare la classica variante sportiva, presenta contenuti e rifiniture pregiate che donano eleganza e personalità proprio come piace alle signore.

Ma la Fulvia Coupé, più della berlina, non sarà certo limitata al solo ambito nazionale, poiché presenta doti capaci di intercettare un’ampia clientela in tutta Europa. Il contesto giusto per la sua “premiere” è quindi il più mondano dei Saloni dell’Automobile, quello di Ginevra, dove sarà la vedette dell’edizione 1965.

Antonio Ascari e suo figlio Alberto, due leggende del motorsport italiano, hanno tragicamente perso la vita in pista, rispettivamente il 26 luglio 1925 e il 25 maggio 1955. Antonio si distinse per il suo stile di guida e le sue vittorie, mentre Alberto divenne un campione con Ferrari. La loro storia è un mix di passione, talento e tragico destino, che continua a vivere nella memoria degli appassionati di automobilismo.

L’evoluzione dell’aerodinamica nelle motociclette inizia negli anni ’30 con la progettazione di carenature per migliorare la velocità. Negli anni ’50, le carenature a campana vennero vietate per motivi di sicurezza, mentre iniziavano a essere utilizzate le mezze carenature. Negli anni ’70 e ’80 si iniziarono a integrare cupolini e carenature; negli anni ’90, le simulazioni computerizzate divennero fondamentali per il design.

Nel 1999 Ferrari lanciò la 360 Modena, una berlinetta V8 che segnava un netto distacco dal passato e una nuova direzione per il marchio. Con un motore V8 da 3.6 litri, che erogava 400 CV, e una meccanica rinnovata, la 360 Modena combinava potenza, leggerezza e design innovativo.

Da Maranello a Milano (passando per Birmingham): la storia della Taurus G27 vede la progettazione del suo motore in terra emiliana da parte di Vittorio Guerzoni su richiesta di Enzo Ferrari, ispirandosi a quello della Norton CS1. Verrà poi montato sulle moto assemblate all’ombra della Madonnina dall’azienda di Giovanni Fabbri.

 

I fratelli Gabriel e Charles #Voisin, pionieri dell’aviazione, fondarono la prima fabbrica di aeroplani influenzando lo sviluppo del volo. Dopo aver costruito alianti e collaborato con Louis Blériot, nel 1906 crearono l’Appareils d’Aviation Les Frères Voisin, realizzando i primi aerei di successo.

L’Isotta Fraschini, celebre per le sue lussuose auto, iniziò nel 1901 con la 5 HP, una vetturetta derivata dalla Renault Type D ma con innovazioni proprie. Equipaggiata con un motore monocilindrico De Dion & Bouton da 5 CV, aveva un cambio brevettato a 3 marce e un radiatore innovativo.