Museo dell’Automobile Carlo Biscaretti di Ruffia di Torino
Museo dell’Automobile Carlo Biscaretti di Ruffia di Torino
L’Automotoclub Storico Italiano nasce il 25 settembre del 1966 a Bardolino, in provincia di Verona, dalla fusione del Veteran Car Club d’Italia, con sede in Torino, e la FIAME, con sede in Milano, ponendo fin dall’origine la propria sede legale presso il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino.
Le due federazioni si erano costituite, quasi contemporaneamente, nel 1961: la prima a Torino su iniziativa di Elio Quaglino e con presidente Umberto Agnelli, la seconda a Milano su iniziativa di Tito Anselmi e Giovanni Lurani, con quest’ultimo alla presidenza. Al Veteran Car Club Italiano erano collegati il VCC Torino, il VCC Verona, il VCC Sicilia, il VCC Venezia Giulia, il VCC Riviera di Ponente, Il VCC Bergamo, il VCC Brescia, il VCC Roma, il VCC Genova e il VCC Alto Milanese. Con la FIAME erano il Circolo Autoveicoli d’Epoca Milanese, il Circolo Romano Autoveicoli d’Epoca, Il Circolo Veneto Autoveicoli d’Epoca, il Circolo Romagnolo Auto Motoveicoli d’Epoca, il Circolo Piacentino. Vi erano inoltre registri di marca e club autonomi, come il Registro Fiat Italiano, Alfa Romeo, Bugatti Club.
Il primo passo importante verso la creazione di un’unica federazione di club è rappresentato dall’incontro, tenutosi il 18 giugno 1966 a Grugliasco (Torino), nello studio del Cavalier Giovanni Battista Pininfarina. Durante l’incontro vengono redatti e sottoscritti i preliminari della fusione tra i due enti.
Vengono chiamati a far parte del Consiglio del nuovo sodalizio Umberto Peretti Colò, Rodolfo Biscaretti di Ruffia, Elio Quaglino, Valerio Moretti, Gastone Mancada, Luigi Lazzaroni, Franco Ferniani, Giovanni Caproni, Eric Maggiar e Massimo Leto di Priolo. Come primo presidente viene indicato Umberto Peretti Colò, affiancato dai vice presidenti Rodolfo Biscaretti di Ruffia ed Elio Quaglino.
Da quel momento inizia l’attività congiunta che sfocia in interessanti iniziative, soprattutto nel campo dello studio dell’autenticità delle vetture e dei loro restauri. Nell’autunno del 1967, a Firenze, si tiene il primo Congresso europeo dei grandi collezionisti di automobili storiche, abbinato al primo Concorso europeo per la conservazione ed il restauro delle automobili storiche. Si gettano le basi per una regolamentazione comune e viene pubblicato un volume che riassume gli atti del convegno.
Ad Umberto Peretti Colò, presidente fino al 1971, succede Giovanni Caproni, affiancato fino al 1976 dal Presidente Onorario Rodolfo Biscaretti di Ruffia. Nel 1976, alla scadenza del mandato, viene eletto Augusto Costantino, che resta in carica fino al 1982. Eccelso storico dell’automobile, dà un’impronta culturale alla Federazione. Il motorismo storico conosce una certa popolarità e un certo sviluppo. Il numero dei tesserati si mantiene stabile fino al 1978, quando si contano poco più di 700 iscritti. Nello stesso anno l’ASI si dota di una segreteria permanente nella sede operativa di via Bruno Buozzi a Torino.
Il settore cresce, aumentano gli appassionati e il numero degli associati sale, sfiorando le 3.000 unità alla fine del 1982, anno in cui viene eletto presidente Luigi Rossi di Montelera.
L’ASI compie con lui un’importante svolta, facendosi conoscere e apprezzare dal mondo politico italiano. Nel 1983, insieme ai registri Fiat, Lancia e Alfa Romeo, ottiene infatti l’esenzione fiscale per i veicoli storici, contenuta nella legge 53. Il movimento ha un grande impulso, dovuto anche alla crescente passione per i veicoli storici. Sono infatti sempre più numerose le rievocazioni e vengono organizzati i primi mercati di ricambi sull’esempio di quelli inglesi. I raduni sono sempre più numerosi e seguiti. In parallelo aumenta in modo esponenziale il numero degli appassionati che aderisce all’ASI, che raddoppia, oltrepassando nel giro di un anno le 6.000 unità.
Nel 1987 l’ASI riesce a risolvere il problema delle reimmatricolazioni, rese ora più semplici grazie ad un accordo con il Ministero dei Trasporti.
Villa Rey, Torino
Da semplice club per gli appassionati, l’ASI si trasforma in un vero e proprio movimento a tutela e salvaguardia del motorismo storico. Una politica che prosegue con la stessa passione anche con Vittorio Zanon di Valgiurata, presidente ASI per un decennio, dal 1987 al 1997. In questo periodo, il numero dei tesserati sale con progressione fino a sfiorare le 15.000 unità allo scadere del mandato.
Nel segno della continuità, gli succede Roberto Loi. La politica perseguita fino a quel momento assume un’accelerazione e, con la crescita costante del numero dei soci, aumenta l’attività di tutta la Federazione, con un “rinforzo” delle Commissioni e l’apertura dell’ASI verso nuove tipologie di veicoli. Un nuovo regolamento tecnico apre le porte alla legge 342, art.63, che nel 2000 conferisce all’ASI la facoltà di certificare i veicoli e di iscriverli nel proprio registro per fini fiscali e assicurativi. Sono proprio le compagnie di assicurazioni che richiedono un’iscrizione all’ASI, considerata indice di attenzione verso la storia, l’originalità e la qualità dei veicoli.
La crescita del numero dei soci è esponenziale. Un tale sviluppo richiede un maggiore impegno da parte di tutto il Consiglio Federale, che inizia a riunirsi con maggior frequenza per esaminare e risolvere tutte le problematiche che una crescita così rapida comporta.
Oggi, l’Automotoclub Storico Italiano rappresenta istituzionalmente il motorismo storico italiano presso tutti gli organismi competenti, nazionali ed internazionali. Sono Soci dell’Ente Federale le associazioni non commerciali e senza scopo di lucro, con fini analoghi a quelli dell’ASI, e i Registri di marca e di modello.
L’ASI, statutariamente, sostiene e tutela gli interessi generali della motorizzazione storica italiana, valorizzandone l’importanza culturale, storica e sociale. Promuove la conservazione ed il recupero di qualsiasi veicolo a motore che abbia compiuto vent’anni (autoveicoli, motoveicoli, ciclomotori, veicoli militari, macchine agricole e industriali, veicoli commerciali, natanti e aeroplani), valorizzandone l’aspetto culturale, che deriva dal fatto che questi mezzi sono stati protagonisti attivi e insostituibili della storia del Ventesimo secolo, esprimendone l’evoluzione tecnica, di costume e sociale.
ASI organizza e patrocina eventi cultuali che hanno per protagonisti i veicoli storici: manifestazioni rievocative, concorsi di eleganza, raduni turistici, mostre e convegni che hanno l’importante funzione di far rivivere i veicoli storici e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla bellezza e sul prestigio del patrimonio storico motoristico nazionale.
ASI, inoltre, dialoga costantemente con le Istituzioni affinché questi beni culturali non vengano abbandonati, ma venga incentivato il loro recupero e la loro conservazione e se ne consenta l’uso e la circolazione.
Infine, ASI fa parte della FIVA (Federation Internationale Vehicules Anciens), l’organismo che si occupa a livello internazionale della tutela del motorismo storico, ed è l’associazione nazionale di riferimento sul territorio italiano.
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