Rivista La Manovella

La Manovella

La Manovella rivista ufficiale dell'ASI

Per dialogare con i propri Tesserati e per dare maggior eco possibile alle proprie iniziative, l’Automotoclub Storico Italiano è particolarmente attivo anche nel settore della comunicazione. Il primo strumento divulgativo di ASI è il magazine “La Manovella”, che ha origini addirittura precedenti alla fondazione dell’Ente, essendo nato nel 1961 come organo ufficiale del Veteran Car Club Italia.

Negli anni, la rivista ha modificato la sua linea editoriale e anche la sua veste grafica in funzione della crescita e del cambiamento dell’ASI. La Manovella diffonde la cultura e contemporaneamente tiene informati i lettori su quanto avviene nell’ambito della Federazione. La sua tiratura la pone ai vertici internazionali dell’editoria del settore e nettamente al primo posto in ambito nazionale.
Dal 2009 è operativa la società ASI Service srl, con l’Automotoclub Storico Italiano come socio unico, che ha come unici scopi la promozione, l’acquisizione e la gestione di ogni attività connessa con la conoscenza, la valorizzazione e lo sviluppo del motorismo storico, sia in Italia sia all’estero.

In questo numero si parla di...

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NEL NUMERO DI GIUGNO SI PARLA DI…

La copertina della Manovella di giugno ci fa rivivere le emozioni di ASI MotoShow 2024, andato in scena nel primo weekend di maggio a Varano de’ Melegari con la partecipazione di 800 moto storiche costruite tra il 1890 e il 2002: uno spettacolo che si ripete e si rinnova anno dopo anno, mantenendo la sua formula che consente agli appassionati di utilizzare le proprie moto in sicurezza su un tracciato ideale per divertirsi. E poi ci sono i grandi campioni.

Per Giacomo Agostini, ad esempio, “ASI MotoShow è la vera festa della moto, in tutte le sue declinazioni. È sempre un piacere incontrare chi ancora ti vuole bene, chi ti ha ammirato e chi ha ancora dei bei ricordi. Tutti i record, anche i miei quindici titoli mondiali, sono fatti per essere battuti ma… per il momento sono ancora miei e me li godo anche e soprattutto in queste occasioni, almeno finché qualcuno non ne conquisterà di più!”.

“Da parte nostra – dice Manuel Poggiali – è bello contribuire a dare ulteriore valore a tutta la storia del motociclismo raccontata durante l’evento. La soddisfazione più grande è quella di vedere i sorrisi e la felicità degli appassionati. Il motociclismo è uno spettacolo, sia da praticante sia da spettatore, per questo ad ASI MotoShow mi sono divertito il doppio: prima ammirando un paddock da favola, poi in sella alla Ducati Desmosedici per le parate dei campioni”.

La rubrica “Sul filo della memoria” ci racconta la storia di Stefano Modena, “il campione giusto nel momento sbagliato”. All’inizio degli anni ’80 è campione italiano ed europeo in kart, poi la Formula 3 e la Formula 3000, quindi il salto in Formula 1 nel 1987 con la Brabham-Brm. Ed un sogno Ferrari mai realizzato…

Un “cinquantino” blasonato! È il raro Gitan da gran premio utilizzato nelle prime fasi della carriera di Loris Capirossi. Questo poco conosciuto marchio piacentino fa riferimento al suo fondatore Gino Tansini di Caorso, molto attivo negli anni ’60 e ’70.

Dopo quasi mezzo secolo di oblio, relegato nell’ombra dello “Spirit of Ecstasy” di casa Rolls-Royce, con il modello Mulsanne e le sue derivate turbo la Bentley riacquista la sua autonomia e la sua anima “British racing”. La Turbo R del servizio, datata 1989, rappresenta l’apice di questa vicenda.

Per la serie “oggi come ieri”, ecco un vero cavallo di battaglia di casa Renault: la Clio. Arrivata alla quinta generazione, nasceva per sostituire la gloriosa Supercinque ed irrompere negli anni ’90 con un nuovo stile e rinnovati contenuti. L’esemplare storico del servizio è un raro e particolare allestimento 1.8 16v Coupe, quello che anticipava la più vistosa versione Williams.

Quella delle auto a turbina è stata un’interessante parentesi tecnica che ha coinvolto anche il mondo delle competizioni. La Howmet del 1963 nasce in Inghilterra dalla collaborazione tra la British Racing Motors e la Rover. Il gruppo propulsore era costituito da una turbina a gas montata in posizione centrale, con un singolo compressore centrifugo, camera di compressore, turbina libera collegata all’albero del moto.

“Sei seduto in questa cosa che si potrebbe definire un’auto – commentò il pilota Graham Hill che la guidò alla 24 Ore di Le Mans – e un attimo dopo sembra che ci sia un 707 dietro di te, che sta per risucchiarti e divorarti come un enorme mostro”.

Nel 1955, dalla collaborazione fra la Carrozzeria Ghia di Torino, la Carrozzeria Karmann di Osnabruck e la Volkswagen nasce una elegante vettura derivata dal Maggiolino, che resta in listino con immutato successo fino al 1974 nelle varianti coupé e cabriolet.

Prendi una Fiat 126 “economica” del 1982, nel tipico colore “Marrone Land” e con tutti gli acciacchi di una vita vissuta allo strenuo, fino all’abbandono, e ridalle dignità conservando una parte della sua storia. È quello che ha fatto un appassionato toscano restaurandola… a metà. “È una specie di opera d’arte – dice l’autore del progetto – che da una parte rappresenta il tempo trascorso tramandando la storia di chi ha posseduto e vissuto l’auto prima di me, dall’altra ha riacquistato la sua dignità di vettura storica per celebrarla quale testimone dell’ingegno dei suoi creatori.”

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