L’Ampol Sydney Harbour Concours d’Elegance 2024, il più prestigioso concorso dell’emisfero sud del monto, giunto quest’anno alla quinta edizione, si è svolto dall’1° al 3 marzo sulla Cockatoo Island nella baia di Sydney. Meravigliosa ed insolita la location, un ex cantiere navale attivo per un secolo dalla fine dell’Ottocento. Le vetture sono state disposte in un enorme capannone, un tempo dedicato alla costruzione delle turbine, inframmezzate alle vecchie macchine utensili originali, in uno scenario di avvolgente archeologia industriale. Ugualmente spettacolare l’inaugurazione del concorso, con ogni vettura coperta da un telo che, ad uno ad uno, veniva sollevato contestualmente alla presentazione al pubblico di ciascun veicolo.
Presenti 40 auto in concorso, in un’escursione temporale lunga cento anni, dalla Ford Model T del 1920, in condizioni originali, ad una barchetta McLaren Elva XP del 2022, a cui si sono aggiunte in esposizione barche d’epoca (tra cui un Riva Aquarama), supercar, veicoli elettrici, moto artigianali.
Ben nutrito lo schieramento delle italiane, che hanno fatto bella mostra di sé in Australia, a partire dalle Alfa Romeo, con una 6C 1750 GT del 1930, una Giulia Sprint Speciale del 1964 e una GTA Junior Corsa del 1968. Presenti anche due Lancia, un’Aurelia B20 GT del 1955 e una Flaminia Super Sport Zagato del 1965, oltre a tre splendide Dino 246 GT, una rara De Tomaso Longchamp GTS Spider del 1982, una Lamborghini Diablo del 1991 e due Ferrari, una 250 GT Pininfarina Coupè del 1960 e una 250 LM del 1964, vettura che ha corso a Le Mans 1964 per la N.A.R.T. di Luigi Chinetti, oltre che utilizzata da John Surtees e Lorenzo Bandini alla 12 Ore di Reims.
Merita un cenno particolare la MG Milano del 1956: si tratta di una delle sei vetture costruite in Australia negli anni Cinquanta dello scorso secolo da Jim Jewitt, basata su meccanica MG TC con telaio in traliccio di tubi e carrozzeria in fibra di vetro. Quest’esemplare ha corso in Australia e Tasmania per circa vent’anni, a partire dall’Australian Grand Prix del 1956. La curiosità sta nel nome “Milano”, dovuto alle linee della carrozzeria ispirate alla Ferrari Monza del 1953.
Presenti gli italiani Alessandra Giorgetti, nel prestigioso e autorevole ruolo di Presidente della Giuria, e Umberto Galloni, concorrente con la propria Alfa Romeo 6C 1750 ed Ambassador di ASI e RIAR, nonché membro del Direttivo dell’Automotoclub Storico Sammarinese.
Grazie alla collaborazione con James Nicholls, a capo dell’organizzazione del concorso, e l’ASI, è stato istituito un premio per la vettura che meglio rappresenta il “saper far” italiano (Best Italian Car), assegnato ad una splendida Lancia Aurelia B20 GT del 1955. In sede di premiazione è stato evidenziato il ruolo di ASI nella preservazione della conoscenza e della cultura storica automobilistica, l’importanza della conservazione, da preferirsi a restauri integrali, comunque da eseguirsi solo se indispensabili e volti al ripristino dell’originalità.
Il Best in Show PreWar è stato assegnato ad una Rolls-Royce Phantom II del 1933, il Best in Show PostWar alla Ferrari 250 LM del 1964. L’Alfa Romeo 6C 1750 Gran Turismo del 1930 ha vinto il Passion PreWar, la McLaren P1 del 1966 il Passion PostWar. Il premio per il miglior restauro è stato conferito ad una Dino 246 GT del 1971, il Preservation PreWar alla Ford Model T del 1920 ed il Preservation PostWar ad una Porsche 911 930 Turbo del 1985.
Dall’altra parte del mondo l’Italia è ben guardata e portata ad esempio, con le vetture, il cibo, la moda, la cultura, l’artigianalità. Il saper fare e l’Italian Life Style.