C’erano le popolari 60 e 65, le pepate TC e Abarth, le benzina e le diesel (anche Turbo diesel), le civettuole Cabrio Bertone e perfino una 75 Automatica ma tutte erano accomunate da un nome, ormai entrato nella leggenda: “Ritmo”!
Il Fiat Ritmo Club Italia, ne ha radunate 45 per festeggiare il compleanno con lo stesso numero: era infatti il 1978 quando veniva svelata per la prima volta l’auto che avrebbe rivoluzionato il modo di costruire le auto, la prima fatta dai robot, oltre a tanti altri primati per la media torinese che spopolò per tutti gli anni ’80. E lo ha fatto proprio lì dove nasceva e dove era giusto che fosse festeggiata: a Torino. Il raduno è iniziato infatti venerdì 23 giugno ma è entrato nel vivo sabato 24, quando gli equipaggi hanno potuto visitare l’Heritage HUB Stellantis di Mirafiori, guida d’eccezione il suo responsabile Roberto Giolito, che, parlando della Ritmo ha detto: “è stata una rivoluzione pura, soprattutto esteticamente: le linee, seppur molto funzionali, non rispondevano alla razionalità eccessiva degli anni ’70, i paraurti diventavano elemento estetico, potendosi prendere il lusso di mostrarsi nella loro materia grezza – in questo caso il polipropilene – mentre gli elementi che componevano la plancia e l’abitacolo apparivano come veri e propri mobili di design”.
Poi le Ritmo si sono spostate alla Basilica di Superga dove hanno creato un gigantesco numero “45” ripreso dal drone. Sempre sabato, alle 18.00 gli autori del libro “Ritmo – La Rivoluzionaria”, Luca Marconetti e Matteo Comoglio, scritto per la Libreria di ASI, hanno presentato la loro opera.
Per concludere l’evento, domenica 25 giugno, sono stati scelti il Museo Nazionale dell’Automobile e l’Aeroclub di Collegno, a due passi dall’ex stabilimento Abarth di Corso Marche, da dove sono passate anche le Ritmo più cattive e da quel campo volo dove il genio austriaco provava le sue vetture.