Il motorismo storico è stato al cospetto del Governo, in audizione presso la Commissione Attività Produttive alla Camera dei Deputati nell’ambito di un’indagine conoscitiva sulla valorizzazione e lo sviluppo dell’impresa italiana. Di fronte al presidente della Commissione, l’Onorevole Alberto Luigi Gusmeroli, e alla vicepresidente Onorevole Ilaria Cavo, il Presidente ASI Alberto Scuro ha potuto evidenziare l’incredibile potenziale del settore in tema di “made in Italy” e il fondamentale apporto dell’Automotoclub Storico Italiano nella sua promozione.
L’interesse riscontrato da parte dei parlamentari è stato davvero notevole. È stato possibile segnalare quanto l’attività dell’ASI si basi sulla passione dei suoi oltre 8000 volontari attivi nei vari ambiti; quanto la nostra Federazione promuova la conservazione e il recupero di tutti i veicoli a motore che abbiano le caratteristiche di originalità, stato di conservazione, tipologia di utilizzo e anzianità che consentono loro di essere certificati di interesse storico e diventare testimoni della storia del ventesimo secolo, valorizzandone l’aspetto culturale e l’evoluzione tecnica, di costume e sociale. Soprattutto, è stato possibile sottolineare l’apporto di ASI alla promozione dei territori e della loro economia, alla salvaguardia delle professionalità legate ai veicoli storici, depositari di una importante eredità che poggia sul genio, il design e l’operatività dell’industria automobilistica italiana.
Insieme al Presidente Scuro, in audizione c’era Antonio Ghini, decano della comunicazione in ambito automotive, con esperienze in Ferrari e Lamborghini, oggi attivo sulla scena internazionale con l’iniziativa “The Classic Car Trust”, il quale ha potuto arricchire ulteriormente l’esposizione con alcuni dati rilevanti sulla percezione che gli appassionati stranieri hanno del “made in Italy” legato al motorismo storico. Ad esempio, tra i primi dieci brand automobilistici presenti nelle cento più prestigiose collezioni del mondo ci sono cinque marchi italiani (Ferrari e Alfa Romeo al primo e secondo posto, poi Maserati, Lamborghini e Fiat) e, nelle stesse collezioni, il 60% delle auto sono italiane. Lo stesso amore dimostrato per le auto italiane gli stranieri lo provano per tutto ciò che nel mondo del motorismo storico parla italiano: eventi, musei, operatori professionali, archivi…
L’audizione alla Camera ci ha dato l’opportunità di tornare sull’argomento “circolazione”, tema focale per il nostro futuro anche in vista del 2035, quando in Europa non si potranno più vendere veicoli con motori a combustione interna. Sappiamo che l’automobile incide per il 12% nelle emissioni globali di CO2 e che i veicoli storici, con le loro percorrenze medie annuali estremamente ridotte, sono da considerarsi ininfluenti in termini di impatto ambientale. Sappiamo anche che, grazie all’introduzione degli E-fuels – i combustibili di origine sintetica di prossima commercializzazione – è già garantito un futuro “pulito” ai veicoli storici. Nel frattempo, però, continua l’opera di informazione e sensibilizzazione da parte di ASI in seno alle amministrazioni locali per scongiurare i blocchi alla circolazione dei nostri veicoli.